In seguito ai nuovi gridi di allarme sulle strutture lametine, questa volta lanciati dai soggetti beneficiari dei finanziamenti regionali per le attività teatrali e di spettacolo
In seguito ai nuovi gridi di allarme sulle strutture lametine, questa volta lanciati dai soggetti beneficiari dei finanziamenti regionali per le attività teatrali e di spettacolo, Pino Campisi, presidente regionale del movimento “ La Nuova Frontiera dei Liberi e Forti”, reputa che «il teatro, la musica, l’arte pittorica, gli incontri culturali letterari, per lunghi anni hanno fatto di Lamezia un luogo centrale e di attenzione per tutto il Sud, con spettacoli a livelli altissimi e di autentica professionalità. In particolare teatro e musica per Lamezia rappresentano il primo gradino del riscatto sociale e culturale e il tentativo di uscita dalla condizione di degrado politico e di sfiducia in cui è caduta dopo lo scioglimento. Questa città ha bisogno di luoghi di aggregazione e di condivisione culturale, della ricostituzione di relazioni istituzionali tra pubblico e privato, che sappiano parlare con le intelligenze creative. D’altra parte la creatività è uno degli strumenti anche delle società moderne per far rinascere luoghi storici, fatti sociali produttivi, alleanze tra giovani finalizzati ad crescita sociale. Qui, invece, ci viene detto che tutti i luoghi dove si può fare cultura sono inagibili. Eppure c’è stato tutto il tempo necessario per una normale messa in sicurezza almeno di alcuni teatri importanti come il Grandinetti luogo storico della cultura. Urge un intervento straordinario e dare vita almeno in parte agli spettacoli già programmati. Altrimenti andremo incontro ad un fallimento sociale e si abbatteranno sulla città condizioni di isolamento senza precedenti».
Il Movimento politico La Nuova Frontiera dei Liberi e Forti palesa «consapevolezza che Lamezia attraverso la cultura aveva conquistato la centralità vera, in particolare con i giovani. Chiediamo ai Commissari non solo di attivarsi per ridare alla città l’inizio delle attività creative, ma di programmare ed accogliere, almeno per un anno, lo svolgimento di tutte le attività previste». Anche perché, a meno di proroghe, il mandato dei 18 mesi scadrà a giugno.