Corso Numistrano il più importante e prezioso bene culturale di Lamezia Terme da tutelare, conservare, valorizzare.
Corso Numistrano di Nicastro è il monumento non tra i più preziosi e belli di Lamezia Terme, ma il più prezioso, bello e significativo della Città. Quanti dei suoi abitanti ne conoscono la derivazione del nome? Non si chiama Numistrano perché, come alcuni pensano, sia stato intestato ad un inesistente santo che portava questo nome; né, come immaginano tanti altri, perché dedicato ad un illustre suo concittadino vissuto negli anni anteriori al primo ‘800 quand’esso fu costruito. Deriva, invece, il nome Numistrano del Corso, dalla credenza, «introdotta da Gabriele Barrio (1506 circa – 1577 circa), portata avanti da Giovanni Fiore da Cropani (1622 – 1683) e fatta propria da Pasquale Giuliani (1833 – 1884), che Nicastro fosse una città abitata nell’antichità dagli Ausoni o dagli Enotri. Aggiunge il Barrio che la città appena fu fondata “da principio venne detta Numistro”». Sulla base di questa specie di fola, tramandata nei secoli dagli eruditi, soprattutto locali, il Corso più importante di Nicastro, allorchè venne edificato, fu chiamato Numistrano, appunto.
Esso costituisce, tuttavia, il “regalo” più bello e, ripeto, più significativo e prezioso, che i nostri avi abbiano saputo costruire, conservare a trasmettere alle generazioni che si sarebbero succedute dopo di loro perché queste, a loro volta, lo tutelassero e lo trasmettessero, integro, alle generazioni future. Oggi, con grande rammarico e sofferenza, dobbiamo constatare ch’esso è stato trasformato, dall’incuria delle amministrazioni comunali che si sono susseguite negli ultimi decenni e nell’indifferenza generale della comunità sociale lametina, in una invereconda area di parcheggio su entrambi i lati, per le macchine e, di quello che rimane al centro, in una carreggiata per il transito 24 ore su 24 dei veicoli di ogni marca, specie e dimensione. Sia nei giorni feriali che in quelli festivi. Un’autentica schifezza, uno squallore indicibile ed insopportabile.
Corso Numistrano andrebbe, invece, trasformato in isola pedonale con il divieto assoluto di transito e parcheggio, con l’eccezione della sosta temporanea per il carico e lo scarico di merci e quant’altro possa interessare gli ormai residui negozi che vi sono rimasti nonché i residenti delle abitazioni.
Va conservato, Corso Numistrano, nel senso che se ne deve “mantenere l’integrità, l’identità e l’efficienza funzionale”; va riqualificato ed, infine, valorizzato e restituito alla fruizione dei cittadini lametini. Deve cioè ridiventare il “Salotto della città”, luogo d’incontro tra le persone, d’intrattenimento, di socializzazione, di passeggio. C’è chi sostiene che, se una futura, coraggiosa amministrazione dovesse essere capace di adottare un simile provvedimento di trasformazione in isola pedonale, avrebbe contro l’opposizione dei negozianti. Di quali negozianti? Degli sparuti che vi sono rimasti? Se veramente ci fosse questa opposizione, ma io ne dubito, bisognerebbe rispondere a questa domanda: «sarebbe utile per l’intera cittadinanza, e moralmente lecito, sacrificare l’interesse generale per l’ingordigia e gli interessi di pochi?».
E’ risaputo, invece, che le piazze ed i corsi di tutte le città nelle quali i luoghi d’interesse generale e d’intrattenimento pubblico sono stati chiusi al traffico e convertiti in isole pedonali, gli affari dei commercianti che vi sono allogati sono cresciuti non diminuiti.
Bisognerebbe insomma intervenire, come si fece, a suo tempo, per Corso G. Nicotera dall’Amministrazione Lo Moro negli anni ’90 del secolo scorso. Quel pezzo di Corso intestato al combattente sambiasino per l’Unità d’Italia, è diventato il migliore spazio pubblico che esista a Lamezia, insieme a Piazza Fiorentino di Sambiase e a Piazza Italia di Sant’Eufemia Lamezia. Piazze entrambe trasformate in isole pedonali. L’amministrazione che adottò quel provvedimento porta però la responsabilità “storica” di non aver completato l’opera chiudendo al traffico anche il Numistrano. Non solo, ma – impedendo, sebbene parzialmente, il transito veicolare anche lungo la piazza sottostante, Felice Sacchi, sede fino ai primi decenni del secondo dopoguerra del Mercato nicastrese, e facendovi costruire persino una specie di deforme “vasca/fontana”, inutile a qualsivoglia scopo ed unicamente ricettacolo di immondizie e rifiuti d’ogni genere, sdraiata per alcuni metri e risultante al di fuori di ogni contesto urbanistico preesistente, risalente all’inizio dell’Ottocento – ha fatto sì che l’intero traffico venisse dirottato sul Corso Numistrano, Centro storico di Nicastro, di fatto trasformandolo nell’area indecente di parcheggio di cui tutti, lametini e turisti di passaggio, possono adesso ammirarne la bellezza.
Tante città, grandi e meno grandi della Calabria, hanno saputo fare dei loro corsi o delle loro piazze principali un gioiello di decoro e ritrovo pubblico con l’assenza totale di transito e parcheggio veicolare. Basti citare Piazza Matteotti a Catanzaro, Corso Garibaldi e lo splendido Lungomare a Reggio Calabria, Corso Mazzini a Cosenza. Ma anche la piazza principale di Pizzo Calabro, il corso di Amantea, quello di Tropea. Tanto che, in estate, nei mesi di massima esplosione turistica, luglio ed agosto, quando alle 10 di sera il Numistrano di Lamezia è privo di gente, risulta essere più del deserto del Sahara ed è attraversato solo dai veicoli delle persone rimaste in città, le piazze ed i corsi di Pizzo, Tropea, Amantea, per citare solo quelle delle cittadine più vicine a noi, sono affollatissimi di gente e turisti provenienti da tutte le parti che, fino alle prime luci dell’alba, possono tranquillamente divertirsi, godere, conversare, trastullarsi in compagnia di amici e parenti. Ed assaporare un gustosissimo tartufo, se dovessero trovarsi nella cittadina tirrenica in cui fu catturato e giustiziato Gioacchino Murat.
Solo Lamezia, dunque, una delle maggiori città della Calabria per numero di abitanti, ha mantenuto lo sconcio di un corso, di per sè bellissimo, con pochi eguali nel resto della Calabria, in cui tutto è permesso ai veicoli di ogni genere, anche la sosta in duplice e triplice fila, e nulla ai cittadini. Ad essi, ai cittadini, cioè, è solo consentito di bascularsi da un capo all’altro, ma assiepati e costretti sui marciapiedi laterali con il disgusto di doversi spesso scontrare tra di loro allorchè essi sono particolarmente affollati.
Mi auguro vivamente, dunque, che il flebile senso civico che contraddistingue i comportamenti pubblici dei cittadini di Lamezia, che “vivono tranquillamente nel ventre della vacca senza accorgersene”, abbia un sussulto di dignità civica ed amore per le cose belle della nostra città e non faccia cadere nel vuoto questa urgente necessità. Ma si crei un movimento d’opinione pro-Corso Numistrano che induca l’amministrazione comunale, che si è insediata da alcuni mesi, a porre nel proprio programma la ricerca dei fondi necessari per intervenire anche con operazioni di restauro e manutenzione. Affinchè venga allontanato per sempre il pericolo che, diventa sempre più incombente se si continua con la solfa di questi ultimi decenni, fino ai nostri giorni, che il Numistrano cada progressivamente e sempre più velocemente in uno stato di abbandono con conseguente, irreversibile degrado. Com’è successo, d’altronde, per l’attuale via Garibaldi, anch’essa abbastanza lunga e bella che, prima che il Numistrano venisse costruito, era il corso principale della vetusta città di Nicastro (la sua fondazione risale la IX secolo d.C.), fiancheggiata su entrambi i lati, dall’inizio di Piazza Stocco al suo punto terminale, dove principia via Santa Lucia, da bellissimi palazzi, alcuni dei quali gentilizi, ed altri sede, in quell’epoca, dei principali uffici amministrativi, Palazzo Comunale e Tribunale compresi.
Concludendo: poiché il sindaco Mascaro ha manifestato l’intenzione d’ “intervenire, attingendo ai fondi dell’Agenda Urbana, POR Calabria 2014-2020, per la rigenerazione urbana del Palazzo di Città e del Palazzo ex anagrafe”, nonché per il “recupero funzionale ed il riuso del Teatro Umberto”, che sono allogati tutti e tre, guarda il caso!, lungo il Corso Numistrano, non sarebbe logico e lungimirante, intervenire immediatamente per la rigenerazione urbana, in primis, del Corso Numistrano, appunto, chiudendolo al traffico, trasformandolo interamente in isola pedonale ed effettuando tutte quelle piccole o meno piccole opere di restauro e riqualificazione (quale ad esempio, una risistemazione del manto stradale, ove occorresse…) che si dovessero rendere necessarie per restituirlo al completo godimento ed alla gioia dei suoi abitanti?
Penso che questa sarebbe l’operazione più opportuna – intelligente? – che di più e meglio avrebbe influenza sul decoro dell’intera città. E credo, infine, che la citata operazione darebbe più merito al sindaco ed alla sua giunta comunale che se, insieme, riuscissero a concretizzare l’intera quintalata di progettazioni che il primo cittadino ha elencate nel programma con cui si è presentato per ottenere il voto dei lametini ed ha promesso di realizzare per rendere Lamezia la città bella, che a suo dire, tutti c’invidiano (sic!).